LA LITURGIA |
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Per
completare il quadro è necessario un ultimo accenno che riguarda gli
aspetti pratici della lettura del testo biblico all'epoca di Dante. Come
ricorda in un interessante testo Alberto Manguel (The History of Ai
tempi di Dante, in particolare, la Bibbia non si leggeva praticamente come
si può pensare oggi, ossia scorrendo con gli occhi una pagina scritta, ma
veniva soprattutto ascoltata, in quanto brani di essa si trovano collocati
nella Liturgia (Messa, celebrazioni di riti quotidiani e festivi,
preghiere comuni e personali), cui partecipava la stragrande maggioranza
della popolazione, Dante compreso. La
caratteristica della Liturgia è di essere ciclica. La presentazione dei
testi segue, cioè, uno schema ripetitivo estremamente efficace, per cui
nell'arco di tre anni si legge l'intera Bibbia, e alcuni passi sono letti
ogni giorno. La
fedeltà a questo schema porta qualsiasi fedele a imparare, quasi senza
accorgersene e fin dai primi anni di vita, una serie impressionante di
formule e di episodi. Una "scuola" di carattere così popolare e
diffuso generava un tessuto di riferimenti mnemonici socialmente condivisi
(tutti sapevano o capivano di che cosa si trattasse) la cui portata si può
osservare, fra l'altro, scorrendo le pagine di diario degli autori almeno
fino a Leopardi (ossia fino agli inizi dell'Ottocento) nei quali la
conoscenza di questi aspetti è ancora vivissima. Si è citato il poeta
dell'Infinito per una ragione precisa: egli non era, infatti, un
frequentatore assiduo della chiesa locale, ma le annotazioni del suo
quaderno di appunti (lo Zibaldone) mostrano una tale frequenza di
rimandi liturgici - in particolare alle festività - che non si può
pensare legata alle sue inclinazioni ideologiche. Essa è dovuta al fatto
che il tessuto sociale del paese in cui viveva rendeva naturali e ovvi
certi riferimenti. L'incredibile quantità di immagini e di riferimenti
biblici nell'opera di Dante dipende da questo tipo di pratica diffusa, che
ha trovato nella sua memoria, a dir poco prodigiosa, un fertile terreno. In
particolare, durante la Messa festiva si leggono tre brani biblici: uno
appartenente all'Antico Testamento, uno del Nuovo (un episodio della vita
della prima comunità cristiana successivo al ritorno di Cristo al Padre)
e un brano evangelico che li mette in relazione figurale. La stessa
struttura si ritrova nelle preghiere quotidiane. La
Commedia ripete quasi a ricalco questa impostazione, e non solo quando,
nelle cornici del Purgatorio, essa si presenta, in maniera esplicita, in
forma di esempi visivi o auditivi. Questa triade è un elemento
strutturale del poema, perché era un elemento strutturale della cultura
del tempo. La
ritroviamo, per esempio, nella logica con cui erano scolpiti gli episodi
della Storia Sacra sulle facce dei capitelli romanici delle colonne;
definisce l'ordine delle scene nei cicli di affreschi; genera la
composizione delle arcate dei portali; le sequenze dei bassorilievi sui
fianchi delle cattedrali o delle chiese in genere, le miniature sui codici
della Bibbia e altro ancora. In
sostanza è il modo con cui la cultura del tempo suggeriva di leggere quel
testo: un episodio dell'Antico Testamento, uno del Nuovo, un episodio
evangelico, un simbolo o la figura di un santo, tutti accomunati da un
unico riferimento a Cristo, che rende leggibile unitariamente l'insieme. |