LO SCHEMA DI DANTE |
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Una
metafora attuale per indicare i tre livelli della pura animalità (il
livello dei sensi), della ragione e dell'intelletto, potrebbe essere
quella che prende in considerazione tre categorie di utenti del computer.
Sia
i sostenitori della separatezza dell'intelletto (come Averroè, il grande
commentatore arabo di Aristotele) sia i loro avversari (quelli a favore
dell'unità, come san Tommaso) condividono, comunque, la convinzione che
ogni sistema particolare, ossia la razionalità di ogni singola persona,
funziona soltanto grazie al fatto che in essa, inevitabilmente, agisce
l'intelletto. È evidente che nessuno potrebbe fare un ragionamento
coerente se non esistesse il principio di non contraddizione. Ma questo
deriva dal funzionamento dei nostri neuroni o è una legge universale, che
regola il funzionamento dei neuroni stessi? Questo
intelletto, dunque, corrisponderebbe ad un sistema operativo
universalmente condiviso, in grado di far funzionare sistemi operativi
diversi, ciascuno coi suoi programmi applicativi, i suoi documenti, i suoi
fogli di calcolo, i suoi programmi grafici e via di seguito. Ai
programmi applicativi corrispondono le singole scienze, le arti visive e
quelle della parola. La filosofia e la teologia sono invece,
rispettivamente, i linguaggi di programmazione e, per così dire, il
linguaggio dei linguaggi. Gli
utenti meno abili - gli uomini - stanno in comunicazione tra loro
scambiandosi informazioni sotto forma di file di testo (ossia mediante la
parola), gli utenti più sofisticati (gli angeli) comunicano tra loro per
il fatto che ciascuno è in grado di gestire l'intero sistema. Tra gli uni
e gli altri si situano i diversi gradi di umanità. Lo
schema generale ora tracciato è esplicitamente richiamato da Dante nella
lettera dedicatoria del Paradiso a Cangrande della Scala. Se
qualcuno - dice Dante - non crede che esso funzioni, si legga Riccardo
da San Vittore. Costui è un teologo vissuto qualche secolo prima di
Dante e si trova, ovviamente, in Paradiso. Il poeta sottolinea che le sue
teorie (dette spiro, cioè spirito, nella Commedia) sono di
livello assolutamente superiore a quello che si trova generalmente sui
libri. Riccardo ha un cervello stratosferico (è un mostro di intelligenza).
Riccardo sosteneva, appunto, che esistono livelli - o tipi - logici
diversi tra loro, ciascuno dei quali ha le sue regole specifiche e i suoi
ambiti di azione. Per
Riccardo esiste, dunque, un livello comune della percezione delle realtà,
ed esiste un livello più sofisticato, mediante cui la mente umana, in
qualche modo uscendo dal proprio sistema consueto (mentis excessum,
lo chiama Riccardo) non solo riesce ad operare sul reale, ma è anche - e
contemporaneamente - in grado di riflettere sulle proprie operazioni e sui
meccanismi che le rendono possibili. Il
primo livello, prosegue questo grande pensatore, è quello della ragione (sensus
rationalis), il secondo è quello dell'intelletto (sensus
intellectualis). Nel
linguaggio medievale il livello dei softwaristi più sofisticati si chiama
contemplazione, e infatti il testo di Riccardo cui allude Dante si
chiama De Praeparatione animi ad contemplationem, più conosciuto
come Beniamin minor (corso superiore di informatica, lo diremmo
oggi). Il
teologo Riccardo prosegue sostenendo che, mediante il sensus rationalis
(la ragione) noi siamo in grado di sviluppare teoremi anche molto arditi,
ma sempre relativi all'ambito dei fatti che cadono sotto i nostri sensi.
Lui li chiama invisibilia nostra (ovvero i risulta Tra questi due livelli (il primo dei quali omnibus
notum -praticabile da tutti-, il secondo invece paucis expertum
- ossia tale che solo pochi ne hanno potuto fare esperienza) c'è uno scarto molto netto,
un decisivo salto di qualità. Tra questi due livelli, secondo Riccardo
e anche secondo Dante, non sempre esiste una comunicazione, proprio
perché lo scarto tra loro è di natura qualitativa. Il termine usato da Riccardo per indicare questo
scarto è densus oblivionis velum (uno spesso strato di dimenticanza, una specie di lacuna mnemonica che rende inaccessibili - a chi si trova su un piano
- le informazioni disponibili sull'altro). |