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Svetonio,
Vita Caesarum, Tiberius
36
Externas caerimonias, Aegyptios Iudaicosque ritus compescuit,
coactis qui superstitione ea tenebantur religiosas vestes cum
instrumento omni comburere. Iudaeorum iuventutem per speciem
sacramenti in provincias gravioris caeli distribuit, reliquos
gentis eiusdem vel similia sectantes Urbe summovit, sub poena
perpetuae servitutis nisi obtemperassent.
Expulit et mathematicos, sed deprecantibus ac se artem desituros
promittentibus veniam dedit.
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Svetonio,
Vita dei Cesari, Tiberio
36
Proibì le cerimonie dei culti stranieri, come i riti egiziani e
ebraici, e obbligò coloro che erano dediti a queste
superstizioni a bruciare i vestiti e tutti gli oggetti che
servivano al loro culto. Trasferì la gioventù ebraica, con il
pretesto del servizio militare, nelle province più insalubri.
Espulse da Roma il resto di questa nazione e coloro che facevamo
parte di simili sette, sotto la minaccia di una schiavitù a
vita, se non avessero obbedito. Cacciò anche gli astrologi, ma
consentì loro di tornare con la promessa che avrebbero
rinunciato alla loro pratica. |
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Tacito, Annales
II, 85
Actum
et de sacris Aegyptiis Iudaicisque pellendis factumque patrum
consultum ut quattuor milia libertini generis ea superstitione
infecta quis idonea aetas in insulam Sardiniam veherentur,
coercendis illic latrociniis et, si ob gravitatem caeli
interissent, vile damnum; ceteri cederent Italia nisi certam
ante diem profanos ritus exuissent.
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Tacito, Annali
II, 85
Ci si
occupò di bandire le superstizioni egiziane ed ebraiche. Un
senatoconsulto ordinò il trasporto in Sardegna di quattromila
uomini, della classe dei liberti, contagiati da questi errori e
in grado di portare le armi. Essi dovevano reprimere il
brigantaggio; e se soccombevano all’insalubrità del clima, la
perdita sarebbe stata di poco conto. Agli altri fu imposto di
lasciare l’Italia, se, in un tempo fissato, non avessero
abiurato il loro culto profano.
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