TEATRI A POMPEI

 
     
 

L'Odéion (o Teatro Piccolo)

 
 

Teatro grande (sinistra) e Odéion (Teatro piccolo)

 

L'Odéion (o Teatro Piccolo) è un teatro coperto utilizzato per concerti musicali e recitazioni di poesie. Venne costruito dopo la fondazione della colonia (80 a.C.) per iniziativa di Caio Quinzio Valgo e Marco Porcio, gli stessi che fecero costruire anche l’Anfiteatro. Accoglieva un pubblico ristretto e raffinato di circa 1.300 persone. Per sostenere il tetto, che era a quattro spioventi, l’edificio era a pianta semicircolare iscritta in un quadrato. La cávea era divisa in due ordini di posti, separati da una spalliera. I primi cinque gradini della scalinata sono più larghi ed erano riservati ai sedili (bisellia) dei personaggi di riguardo. I parapetti delle gradinate sono caratterizzati alle estremità da due giganti inginocchiati in tufo grigio (Telamoni) che reggono le mensole. L’orchestra è pavimentata in marmo.

 
 
 
Odéion, orchestra e ingresso orientale   Odéion, orchestra e ingresso orientale
 
 
 

 
 

Odéion, orchestra e palco

 
 
     
 

Il Teatro Grande (o Scoperto)

 
     
 

Il Teatro Grande (o Scoperto) poteva accogliere circa 5.000 spettatori. Costruito già in età sannitica, nel II secolo a.C., subì numerosi rifacimenti. La sua forma attuale risale essenzialmente alla ristrutturazione di età augustea ad opera dell’architetto Marco Artorio Primo grazie alla munificenza di Marco Olconio Rufo e Marco Olconio Celere, come ci attestano le iscrizioni. La costruzione su di un pendio collinare è ancora tipica dell’architettura greca. I sedili  per gli spettatori erano posti nella cávea, quelli più larghi in basso accoglievano delle comode sedie (biséllia) per le personalità, mentre i due palchi laterali (tribunália), al disopra degli ingressi dell’orchestra (vomitória), erano riservati a personaggi di spicco. Lo sfondo della scena era costituito da una facciata architettonica con tre porte, ad imitazione di un palazzo. Nell’orchestra danzava e cantava il coro. All’interno, sotto la cornice curva dell’edificio, appaiono dei blocchi forati; qui si infilavano i pali che reggevano il tendone (velárium), azionato con corde e carrucole. Nel teatro si rappresentavano tragedie, commedie, farse (atellane) e pantomimi.

Teatro Grande, la cavea (sopra) e la scaenae frons (sotto)

 
  L’anfiteatro  
 
 

L’anfiteatro di Pompei è il più antico di quelli che conosciamo nel mondo romano. Venne costruito dopo la fondazione della colonia (80 a.C.) per iniziativa dei duoviri Caio Quinzio Valgo e Marco Porcio, gli stessi che fecero costruire l’Odéion. Dopo il terremoto fu restaurato su commissione dei duoviri Caio e Cuspio Pansa, padre e figlio. L’edificio fu eretto in un’area periferica per evitare l’intasamento del traffico cittadino in occasione degli spettacoli. Le grandi scale all’esterno servivano di accesso alla cavea con i sedili per gli spettatori. Poteva accogliere fino a 20.000 spettatori. Si conserva ancora gran parte della gradinata e della galleria superiore, riservata alle  donne. Il livello dell’arena è inferiore a quello dell’area esterna, segno che, come il Colosseo, l’edificio fu in parte edificato in alzato e in parte incassato nel terreno. Nell’arena si svolgevano le lotte dei gladiatori. Una solenne sfilata apriva i giochi; i lottatori indossavano pesanti armature da  parata decorate, con elmi, daghe, scudi e gambali. Nel 59 d.C. il tifo degli spettatori sfociò in una  sanguinosa rissa fra Pompeiani e Nucerini e l’avvenimento fu riportato in un famoso dipinto pompeiano. A seguito dei disordini il Senato di Roma decretò la chiusura dell’arena di Pompei per dieci anni, ma il provvedimento venne ritirato nel 62 d.C., a seguito del terremoto che colpì la città.