I
temi
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Nell’interpretazione
di Mallarmé il simbolismo diventa "poesia pura", ricerca di
un linguaggio “essenziale”, più perfetto ed assoluto di quello
usato nella comunicazione quotidiana, capace di evocare un mondo
ideale, di rarefatta e perfetta armonia. Per raggiungere questo
risultato il poeta deve liberarsi dall'intenzione di descrivere gli
oggetti materiali, i fatti concreti, anche i suoi stessi sentimenti,
che sono accidentali, “impuri”, legati a cose relative e ad
esperienze passeggere.
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Non
è difficile ricostruire questa concezione a partire dalle metafore di
cui è intessuto il sonetto, tratte paradossalmente da un'esperienza
banale, del tutto estranea alla tradizione poetica.
Le
forme
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Depurata
da ogni intenzione realistica o psicologica, la poesia di Mallarmé
non mira tanto ad esprimere efficacemente contenuti concettuali o
emotivi, quanto alla perfezione autosufficiente della sua costruzione
sintattica e lessicale, alla rarefatta armonia delle relazioni tra
gli elementi che la compongono, prendendo come modello «l'eleganza di
un disegno geometrico, di una funzione matematica».
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Oltre
che agli effetti di suono - non percepibili in traduzione - Mallarmé
affida questa ricerca di eleganza incorporea all'uso di un linguaggio
ermetico, di difficile decifrazione, che vuole attirare l'attenzione
del lettore sulle parole in se stesse, quasi indipendentemente dagli
oggetti a cui si riferiscono.
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Ripercorrendo
il testo potete individuare le scelte sintattiche e lessicali
attraverso le quali una similitudine concettualmente abbastanza
semplice viene trasformata in un oscuro e sinuoso gioco di parole.
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