1. L'origine del potere temporale della chiesa e la rinascita dell'impero (VIII-X sec.) |
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Autorità crescente della chiesa. In seguito alla dissoluzione dell'impero romano sotto la pressione delle migrazioni germaniche, in Italia la Chiesa si trovò a esercitare non solo funzioni spirituali, di conforto e di protezione dei più deboli, ma anche un vero e proprio ruolo politico. Grazie alla sua solida organizzazione gerarchica, il clero aveva acquistato una funzione centrale nella conservazione del ruolo amministrativo, sociale e culturale della compagine imperiale, anche perché era quasi soltanto tra gli uomini di Chiesa che si potevano trovare persone istruite, in grado di svolgere le funzioni un tempo di competenza dello stato. L’autorità della Chiesa, inoltre, aveva avuto modo di rafforzarsi nei periodi turbolenti della costituzione dei regni romano-germanici e dell'anarchia feudale. Nel vuoto di potere determinato dall’indebolimento dell'impero d'Oriente e nel disordine e nella violenza che ne seguirono, furono i vescovi a diventare un solido punto di riferimento per la popolazione, anche sul piano amministrativo e politico. Nella Chiesa di Roma, inoltre, l'Occidente poté trovare la propria unità culturale e morale. |
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Gregorio Magno |
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Concetti chiave | ||||
Potere spirituale / Potere temporale. La Chiesa, in quanto organismo religioso, esplica il suo ruolo di guida della comunità cristiana in materia di fede, ovvero nelle questioni relative alla salvezza dell'anima, al rapporto dell'uomo con Dio, all'interpretazione delle Scritture, ai principi morali che devono animare la condotta dei fedeli. Tutto questo rientra nel suo ruolo spirituale. Le questioni terrene, di amministrazione politica, governo territoriale, legislazione giuridica appartengono invece alla sfera temporale, ovvero terrena, politica, che sono compito specifico del governo di uno Stato, nelle varie forme che questo può assumere. Nel Medioevo la Chiesa pretese di incarnare anche questo secondo potere, temporale, ovvero contingente, effimero perché relativo alle cose del mondo, soggette a deperire col tempo, in contrapposizione con quello spirituale, che invece riguarda le cose eterne. Essa pretese quindi di assumersi le responsabilità specifiche della conduzione dello Stato: dal diritto di esercitare la sovranità su terre e uomini alla difesa militare del territorio, dall'emanazione delle leggi civili all'amministrazione della giustizia ordinaria. |
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Rinasce l'impero. La crescente autorità della Chiesa provocò una serie di contrasti con l'impero bizantino, che non ammetteva l'indipendenza del potere religioso da quello politico e vedeva nel pontefice romano solo un patriarca sottoposto al potere dell'imperatore. Il papato per accrescere la sua autonomia dall'impero d'Oriente e difendersi dall'espansionismo longobardo - interessato a riunire il nord e il sud della penisola italiana, inglobando anche il cosiddetto "patrimonio di San Pietro" - cercò quindi un appoggio politico in Occidente e lo trovò nel regno dei Franchi di Pipino il Breve. Tale alleanza proseguì e fu consolidata con il successore di Pipino, Carlo Magno, che fu incoronato "imperatore dei Romani" nel Natale dell'800 per mano di papa Leone III. Rinasceva così l'impero anche in Occidente, il Sacro romano impero, che appariva superiore al primo perché si avvaleva della consacrazione papale. Con ciò ci si avviava verso il definitivo distacco fra Roma e Bisanzio. |
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Il Sacro romano impero. Il Sacro romano impero fu la prima forma di aggregazione dei popoli occidentali dopo il 476. Carlo Magno si trovò a capo di un territorio che aveva come confini, da nord a sud, il Mar Baltico e il Mediterraneo, e, da ovest a est, l'Oceano Atlantico e il fiume Ems in Germania: esso comprendeva circa quindici milioni di abitanti con tradizioni e culture differenti. Carlo cercò di controllare questo organismo attraverso un governo unificato, basato su istituzioni politiche nuove. A differenza dei precedenti re germanici, che non avevano una sede stabile, Carlo fissò la sua residenza ad Aquisgrana, in Germania. Per discutere con i notabili e per emanare le leggi, due volte all'anno venivano convocate delle assemblee (diete) e, in primavera, veniva riunita un'assemblea generale dell'aristocrazia laica ed ecclesiastica, per approvare le sue decisioni e le leggi da lui emanate e per organizzare le spedizioni militari (Campo di Maggio). Carlo si preoccupò di curare l'educazione intellettuale e spirituale dei ceti dominanti: per questo, fondò la Scuola palatina. Istituì anche numerose scuole e biblioteche e favorì la circolazione di libri e la riproduzione di manoscritti, copiati dai monaci amanuensi, dette impulso al commercio, all'industria e alle arti, avviando così quella fioritura culturale che è nota come "rinascita carolingia". |
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Marche e contee. Carlo divise il territorio, considerandolo suo patrimonio personale ed ereditario, in contee (regioni interne) e marche (regioni di frontiera), che affidò a conti e marchesi. Il sistema era basato sul principio della fedeltà: conti e marchesi dovevano al sovrano aiuto e obbedienza sia in tempi di guerra sia in tempi di pace, divenendo suoi vassalli. Come contraccambio il sovrano assicurava loro il godimento temporaneo di beneficio, generalmente un appezzamento di terra, da restituire alla morte del vassallo o in caso di tradimento. L'intento dell'imperatore era quello di creare una vasta rete di legami personali tra sé e i propri collaboratori; il sovrano cercava inoltre di evitare possibili abusi di potere da parte di quest'ultimi attraverso l’invio dei missi dominici, addetti a supervisionare l'operato dei vassalli. Quello che era stato un punto di forza dei re carolingi, cioè la distribuzione di terre ai loro "fedeli", divenne il loro punto debole quando le conquiste finirono ed essi non poterono più assegnare ai vassalli le terre occupate. I vassalli riuscirono pian piano a rendersi indipendenti dall'autorità del sovrano e l'area dell'impero si frazionò in numerose signorie locali. |
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La nascita dei regni feudali. Alla morte di Carlo (814), dopo un periodo di lotte per la successione, si giunse al trattato di Verdun (843), con il quale l'impero venne diviso fra i tre figli dell'imperatore Ludovico il Pio: Lotario ebbe l'Italia e la Lotaringia, Ludovico la Germania, e Carlo, detto il Calvo, la Francia. Nacquero così tre regni separati che solo nell'885 Carlo, detto il Grosso, riusi per breve tempo a riunificare: nell’887, infatti, si ebbe il definitivo smembramento dell'impero e si formarono i primi regni feudali, tante piccole isole indipendenti e in lotta fra loro. |
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