Ritratto di Leon Battista Alberti

Anonimo, Leonis Baptistae Albertis Vita

L'ideale umano della cultura quattrocentesca traspare da questo ritratto contenuto in una anonima Vita di Leon Battista Alberti in latino.

 
 

Fin da bambino, in tutte quelle arti che convengono a persona liberalmente educata, fu così ben coltivato, da non esser davvero ritenuto l'ultimo fra i più egregi della sua età. Fu infatti tutto rivolto alle armi, al cavalli, alla musica, alle lettere, agli studi delle arti liberali, alla conoscenza delle cose più rare e difficili. In una parola studiò e meditò tutto quel che può recar lode. Per tralasciare il resto, cercò di farsi un nome anche nella pittura e nella scultura, a tal segno volle che nulla fosse da lui trascurato, per non incorrere nella disapprovazione dei buoni. Il suo ingegno fu così versatile da apparire adatto ad ogni tipo di arti liberali. Perciò mai era vinto da ozio o da ignavia, né mai, nelle sue azioni, era preso da sazietà.

Era solito dire che, nelle lettere, aveva provato quello che, negli uomini, si dice esser la sazietà di tutto; esse, infatti, delle quali pure tanto si dilettava, a volte gli sembravano gemme splendide e profumate, sì che fame e sonno po­tevano a stento staccarlo dai libri; a volte, invece, i caratteri stessi gli si deformavano alla vista come scorpioni, e nulla poteva soffrire meno dei libri. Perciò, quando gli studi letterari gli diventavano sgradevoli, si volgeva alla Musica e alla Pittura o agli esercizi ginnastici. Si esercitava con la palla, col giavellotto, nella corsa, nel salto, nella lotta e si divertiva specialmente nelle ascensioni in montagna; e tutto questo faceva piuttosto per la salute, che non per giuoco o per piacere. Da giovinetto eccelse nelle giostre armate, e a piedi giunti saltava al di sopra delle spalle di uomini diritti. [...]

Imparò la musica senza l'aiuto di nessun maestro e le sue opere furono apprezzate da dotti musicisti. Praticò sempre il canto ma in casa solo o, soprattutto, in campagna col fratello e con parenti. Si dilettava dell'organo e veniva considerato tra i più abili in quello strumento. Giovò con i suoi consigli ad alcuni musicisti. Giunto all'età matura, tralasciando il resto, si dedicò tutto agli studi letterari; studiò il diritto pontificio e il diritto civile per alcuni anni, con tanta assiduità che per la fatica si ammalò gravemente.

   
 

Leon Battista Alberti incarna l'ideale umanistico di uno sviluppo integrale e armonioso dell’uomo in tutte le sue potenzialità; nell'uomo compiutamente formato l'esercizio intellettuale si integra con quello fisico, gli interessi artistici con quelli per le discipline pratiche come il diritto. Questo ideale accoglie anche aspetti che la cultura medievale aveva svalutato: supera il disprezzo per il corpo, pone sullo stesso piano delle arti liberali la pittura e la scultura, considerate fino allora inferiori come arti manuali.

Rispetto all'evoluzione successiva della figura intellettuale, caratterizzata dallo specialismo e dalla separazione tra interessi professionali e interessi dilettantistici, l'ideale umanistico, che ignora queste divisioni, appare come una sorta di punto di riferimento utopico, un modello ideale che illumina ciò che la nostra civiltà ha perduto.