Studia humanitatis |
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Il
termine "Umanesimo" deriva dal latino studia
humanitatis, con
cui nel Quattrocento si indicavano gli studi letterari e disinteressati,
volti a formare la persona. Per gli umanisti formazione letteraria e
formazione spirituale coincidono, e la scelta di restaurare nelle loro
opere il latino classico, liberandolo dalle scorie "barbare" del
latino medievale è una scelta di civiltà, come mostra ancora Bruni
tracciando un profilo della perfezione, decadenza e rinascita della
lingua, in cui Petrarca segna il punto della ripresa. Se il latino
rappresenta l'adesione a un mondo di cultura e di valori, è naturale che
l'imitazione sia il principale canone stilistico di questi letterati:
imitazione letterale e pedissequa per alcuni, ma per altri piuttosto
imitazione spirituale, che conduca alla conquista della propria personalità
attraverso l'immedesimazione nella cultura antica. Ma già alcuni decenni
prima Leon Battista Albertí aveva denunciato il carattere elitario di
queste scelte, rivendicando l'uso del volgare in nome della funzione
sociale della scrittura. Questa pagina di una lettera di Leonardo Bruni
mostra quale valore spirituale attribuissero gli umanisti agli studi
letterari. |
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