Mastro don Gesualdo (1888)

... Soddisfatti questi ( bisogni materiali ) la ricerca diviene avidità di ricchezze e si incarnerà in un tipo borghese Mastro don Gesualdo... (Dalla Prefazione ai Malavoglia)
Nella vicenda del Mastro don Gesualdo agisce un movente d'azione diverso rispetto a quello del primo romanzo: l'avidità di ricchezze propria della borghesia arricchita si manifesta nella sua evidenza non tanto nella fase di accumulazione, ma nel momento del suo ulteriore protendersi verso nuove ambizioni, nel raggiungimento di nuovi traguardi di status sociale. Essa tenta di fare un salto di classe diventando classe nobiliare. Gesualdo sarà chiamato don Gesualdo dopo essersi imparentato con la famiglia dei Trao.
Questo tentativo di mutare classe sociale è visto come un'altra forma di lotta del singolo contro la società in un'età di progresso, che conduce tuttavia ad una nuova forma di sconfitta. E' la sconfitta del ricco possidente, un altro vinto dal destino, che nega quanto all'individuo non può appartenere per nascita. Emerge ancor più chiaramente il senso del pessimismo integrale di Verga sulla condizione umana.

Ambito spaziale: Vizzini, centro agricolo in provincia di Catania, Palermo, ambiente della nobiltà isolana.
Ambito temporale:1820 (moti carbonari) - 1837 (colera) - 1848: rivoluzione di Palermo.

SFERA DELLA NOBILTA' IN DECLINO SFERA DEL LAVORO E DELL'OPEROSITA' BORGHESE
1) PALAZZO DEI NOBILI TRAO, I nobili TRAO sono in miseria ed il loro palazzo e ormai cadente. Don Diego crede inutilmente di poter ricostruire il decoro della casata. Scoppia un incendio nel palazzo e da una finestra della stanza della nobile Bianca esce il suo amante Ninì Rubiera. Viene nascosto lo scandalo. 2) CASA DI DON GESUALDO MOTTA. E' posta accanto al palazzo la casa di un muratore (mastro), che dopo essersi arricchito con il suo lavoro(appalti comunali nella costruzione di mulini) è diventato un ricco proprietario terriero. Si fa chiamare in paese "don" in segno di rispettabilità. La gente però continua ancora a chiamarlo anche mastro in ricordo della sua origine: Mastro don Gesualdo.
3) PALAZZO RUBIERA, anch'esso decaduto. Non si riesce a combinare il matrimonio riparatore per Bianca Trao. I Rubiera non accettano di imparentarsi con una nobile ridotta in miseria e senza dote. Si cerca una soluzione che salvi l'onore della
donna.
4) Si prepara il fidanzamento del ricco Don Gesualdo con Bianca Trao. La famiglia darà il titolo all'ex muratore e in cambio avrà le sue ricchezze.

 

5) Una tipica giornata di Don Gesualdo. Indefesso lavoratore, corre da tutte le parti per controllare i suoi affari, anche a costo di non mangiare. Accanto a lui, a sera, c'è la fedele Diodata, la serva ed amante, che ha condiviso i primi momenti di povertà di Gesualdo e gli ha dato due figli illegittimi. A lei Gesualdo confessa il suo prossimo matrimonio con Bianca Trao.
6) Don Gesualdo ha preso in affitto un palazzo per farne la sua casa dopo il matrimonio con Bianca. Ma si accorge subito della distanza che li divide. Lei è nobile, lui è un ex-muratore. Anche al ricevimento di nozze pochi sono gli invitati. Si tratta di un matrimonio riparatore e niente di più. La nobiltà locale disprezza Gesualdo, che sarà sempre più solo. 7) Don Gesualdo a sorpresa si aggiudica l'asta delle terre del Comune, sconfiggendo i nobili del paese che fino ad allora l'hanno fatta da padroni. Si accosta ai moti carbonari del 1820 per poter controllare gli sviluppi politici della situazione e proteggere le sue proprietà.
8) Bianca sta per avere il figlio (che non è di Gesualdo) mentre muore il fratello Don Diego Trao. Gesualdo è costretto a dare del danaro anche a Ninì Rubiera, il vecchio amante di Bianca. Inizia il suo sfruttamento economico.  
9) Nasce Isabella la figlia di Bianca (ma non di Gesualdo) Tutti i nobili partecipano al battesimo. Hanno bisogno del danaro di Gesualdo. Isabella porta il cognome dei Trao accanto a quello dei Motta.
 

10) Gesualdo è ormai diventato un proprietario terriero e si è ormai spostato nell'ottica dell'incremento delle sue ricchezze.

10) Isabella viene mandata in collegio, prima a Vizzini e poi a Palermo per avere la migliore educazione. Tornata a casa trova tutti volgari e noiosi. Non sopporta le basse origini di Gesualdo. Si precisa l'esclusione definitiva del personaggio, la totale incomprensione e solitudine tra i nobili che lo ignorano.
11) Isabella, come la madre prima di lei, ha una relazione con un nobile ed è costretta ad un matrimonio riparatore con il duca di Leyra. In cambio Gesualdo deve concedere una cospicua dote al duca. Si completa il suo sfruttamento  economico da parte della nobiltà. 12) I nobili cercano un accordo con Gesualdo per non perdere le terre che rischiano di andare ai contadini. Poi durante i tumulti del 1848 fingono di stare dalla loro parte contro Gesualdo. Impoverimento di Gesualdo.
13) Morte di tisi di Bianca Trao. Anche Gesualdo si ammala di cancro. Inizia il declino fisico e si prepara l'abbandono totale alla solitudine, mentre continua lo sfruttamento economico. 13) Gesualdo appare incapace di destreggiarsi in modo  economicamente corretto con le ricchezze accumulate. Non applica più l'ottica del risparmio e dell'accumulazione: non sa operare quella della speculazione. Diventa vittima dello sperpero proprio della classe nobiliare e subisce una doppia sconfitta: economica ed esistenziale.
14) Nel palazzo di Palermo, Gesualdo muore solo. Isabella lo ignora, il duca di Leyra, suo marito, si preoccupa di ricavarne l'eredità e perfino un servo lo maltratta. Don Gesualdo è davvero un vinto.
TEMATICHE EMERGENTI
  • Il declino economico e di status, irreversibile della  nobiltà.
  • La sua corruzione, la sua immoralità.
  • La sua insensibilità verso i valori etici.
  • L'avidità di danaro.
  • L'impoverimento e l'orgoglio di casta (il rifiuto di integrarsi con altre classi sociali).

 

tematiche emergenti
  • La roba, l'ansia di accaparramento ed il vano controllo della ricchezza.
  • L'ambizione a compiere il salto di classe, diventando nobile.
  • La perdita di controllo delle logiche economiche legate alla sua classe sociale di appartenenza iniziale (segnata dal risparmio e dall'accumulazione che esorcizzano la povertà iniziale).