Da Quijote a Achab: temi e forme del romanzo moderno |
||||||
I numeri si riferiscono al libro di testo: Barberi Squarotti - Gigliozzi - Mercuri - Balbis - Genghini - Pardini, Letteratura , vol. 3-4 A-B-C, Atlas, Bergamo 2004. |
||||||
percorso |
testi |
approfondimenti |
||||
1. Alle origini del romanzo europeo: Miguel de Cervantes Fra Cinquecento e Seicento si afferma progressivamente in Europa la tendenza al romanzo, il genere letterario moderno per eccellenza. In Italia, il primato della letteratura aulica non consente lo sviluppo di questo genere. Fra le parziali eccezioni, stanno Le sottilissime astuzie di Bertoldo (1606) e Le piacevoli e ridicolose semplicità di Bertoldino (1608) del bolognese Giulio Cesare Croce (1550-1609): si tratta di raccolte di aneddoti ed episodi buffi, più che romanzi, ed elogi del buon senso contadino. Anche la Vita di Benvenuto Cellini, grande orafo e scultore, sta a sé: è la vivace autobiografia di un uomo irregolare e impetuoso. All'avanguardia è la Spagna. Qui la materia cavalleresca ha grande successo, documentato soprattutto dall'Amadigi di Gaula (1508) di García Rodríguez de Montalvo. Un genere nuovo è invece la narrativa picaresca, che scopre il realismo in un ambiente sociale degradato. Un piccolo capolavoro è la Vita di Lazarillo de Tormes (1554), di autore anonimo. Da ricordare anche la Vida del picaro Guzmàn de Alfarache di Mateo Aleman. Una delle figure di maggior spicco della cultura spagnola dell'epoca è Miguel de Cervantes. Il suo capolavoro è il Don Chisciotte, la storia in un hidalgo spiantato che, a furia di leggere romanzi cavallereschi e di immedesimarsi nelle loro vicende, diventa pazzo. Scelta una dama da onorare (Dulcinea del Toboso, in realtà una contadinotta) e uno scudiero (il popolano Sancio Panza), ha mille avventure; finché, tornato in possesso della ragione, rinnega i romanzi cavallereschi, si dà a letture devote e muore serenamente. |
Le sottilissime astuzie di Bertoldo (3C 302-306)
Il picaro Guzman (3C 294-295)
|
Alle origini del romanzo europeo (3A 87-92)
Miguel de Cervantes (3B 336ss.) |
||||
2. La grande prosa europea del Settecento L'età dell'Arcadia è caratterizzata dalla scomparsa del romanzo in Italia proprio negli stessi anni in cui esso conosceva un grande sviluppo in Inghilterra e in Francia. Le due prime grandi narrazioni in prosa del Settecento inglese, Robison Crusoe (1719) di Daniel Defoe (1660-1731) e Gulliver's Travels (1726) di Jonathan Swift (1667-1745) hanno in comune il tema del viaggio e dell'esperienza. Ma i due libri offrono soluzioni opposte: in Defoe prevale il realismo borghese che, percorrendo tutto il Settecento, sfocerà nel grande romanzo ottocentesco; in Swift prevale l'elemento satirico.
Il
romanzo si impone definitivamente nell'età dell'Illuminismo, quando si
sviluppano la moderna borghesia e la società di massa. Anche in Italia il
nuovo genere comincia ad affermarsi, ma a causa del ritardo sociale ed
economico del nostro paese, la sua diffusione appare assai limitata e i
risultati raggiunti sono molto inferiori a quelli del romanzo inglese e
francese.
L'autobiografia
moderna nasce con Les confessions di Jean-Jacques Rousseau
(1712-1778),
opera in dodici libri
scritta fra il 1765
e
il 1771
e pubblicata postuma. Con Les confessions l'autobiografia
cessa di essere descrizione di un percorso intellettuale e della
carriera di uno scrittore e diventa coraggiosa indagine introspettiva del
mondo segreto dell'io. Questa trasformazione in Italia si realizza solo in
parte. Se si eccettuano la Vita di Alfieri e i Mémoires di
Goldoni, l'autobiografia di maggior rilievo è
l'Histoire de ma vie di Giacomo Casanova. |
La grande prosa europea del Settecento (3A
144-154)
|
|||||
3. La grande stagione del romanzo ottocentesco Il Romanticismo apre la fase della modernità. Il romanzo, nella sua volontà di confrontare reale e ideale, è il genere per eccellenza della modernità. Nelle poetiche romantiche, si afferma una forte tendenza al realismo, cioè allo studio della vita contemporanea come vita interessante in sé, romanzesca e palcoscenico di grandi conflitti. Nasce così l'eroe problematico. E il genere che più esprime questa tendenza è il romanzo, che si impone nell'Ottocento come genere-guida. Ad esso si collega l'allargamento del pubblico e l'espandersi del mercato editoriale. Si tratta di un genere senza un modello precostituito, che nasce dalla mescolanza degli stili (e dunque dello sperimentalismo) e che può svilupparsi solo in presenza di pubblico vasto di lettori. In Europa e in USA fra l'inizio dell'Ottocento e il 1840 sono fiorenti vari sottogeneri di romanzo: il romanzo storico, il romanzo sociale e realistico, il romanzo-confessione, il romanzo fantastico, il romanzo di formazione, il romanzo poliziesco. Ci soffermeremo specificamente su due testi: Le ultime lettere di Jacopo Ortis di Ugo Foscolo e I Promessi Sposi. di Alessandro Manzoni. |
I testi si trovano nel percorso La grande stagione del romanzo ottocentesco (4C 68ss.)
Ortis (4B 30-50) Promessi sposi |
|
Foscolo: 3A 32-46 Manzoni: 3A 84-102 |
|
||