Si
può scrivere di letteratura anche analizzando un testo
non letterario, quando questo è un saggio critico, o una
dichiarazione di poetica, o il manifesto di un movimento di
avanguardia ecc… In questo caso il lavoro analitico comporta delle
fasi e dei modi non molto lontani da quelli adottati per i testi
letterari, anche se, naturalmente, con qualche diversità che sarà
qui rilevata.
Intanto,
anche quando si ha a che fare con un testo non letterario, il lavoro
da compiere si può organizzare conservando la tripartizione che già
abbiamo seguita nelle due schede sull’analisi dei testi poetici e
narrativi: comprensione, analisi vera e propria, interpretazione.
1.
COMPRENSIONE
La
fase di lettura e comprensione del testo non letterario deve
ottenere un risultato che è abbastanza diverso da quello richiesto
quando si lavora su una poesia. Là si deve pervenire ad una
decodificazione a livello lessicale e sintattico (ad una parafrasi)
e la cosa non è sempre semplice, per le ragioni che abbiamo già
chiarito nella scheda apposita. In questo caso, invece, il testo
comunica generalmente attraverso i significati codificati della
lingua e dunque la parafrasi periodo per periodo non è un esercizio
necessario, mentre sarà utile soprattutto individuare i nuclei
tematici ed i nessi concettuali del discorso.
Di
che cosa parta il testo? Quali sono i temi che vi vengono trattati?
Ci sono parole chiave che meritano di essere evidenziate? Che tipo
di sviluppo presenta il ragionamento? Queste
sono le domande cui devi rispondere. Se si tratta di un testo
argomentativo la ricerca sarà più specificamente rivolta
all’individuazione di tesi e di argomenti.
Un’altra
domanda che è necessario porsi in questo caso, è quale sia il genere
testuale dello scritto analizzato: si tratta di un articolo?
di una recensione? di un saggio critico?
Per
esempio, sul testo di Sartre Che cos’è la letteratura? si
potrebbe dire quanto segue:
Il
testo è tratto dall’editoriale che Jean Paul Sartre pubblicò nel
1945 sul primo numero della
rivista «Les temps modernes» per definire l’impegno culturale
della rivista stessa.
Vi
si sostiene la tesi che lo scrittore non può tirarsi fuori dal
proprio tempo e deve invece avere con esso un rapporto attivo. A
sostegno della tesi si portano alcuni argomenti. Il primo è che
sottrarsi alla propria responsabilità non è comunque possibile per
chi scrive: anche il silenzio e la passività sono, in certi
momenti, una presa di posizione. Il secondo argomento è che pensare
all’avvenire è legittimo, ma il solo avvenire che ci riguarda e
che ci può interessare è quello prossimo, nel quale si dovranno
anzitutto risolvere i conflitti attuali. Dunque l’unico modo di
prepararlo è impegnarsi nel presente. La conclusione è che quanti
guardano troppo lontano e scrivono per i posteri, in realtà
rimangono come assenti nel loro mondo e rinunciano a vivere da
uomini. A questi argomenti Sartre aggiunge alcuni esempi negativi
(il silenzio di Balzac davanti alla rivoluzione del ‘48, quello di
Flaubert di fronte alla repressione della Comune} ed alcuni positivi
(Voltaire, Zola, Gide).
Il
testo si chiude con la dichiarazione di intenti: la rivista
interverrà attivamente nei conflitti politici e sociali, anche se
non politicamente, ma prendendo posizione rispetto alle
concezioni dell’uomo cui si ispireranno le forze in conf1itto.
2.
ANALISI
Il
lavoro di analisi vera e propria deve mettere in luce le scelte
linguistiche, stilistiche, strutturali adottate dall’autore. Si
tratta, come sappiamo, di scelte meno decisive in termini di
significato di quanto non avvenga solitamente in opere letterarie,
ma pur sempre molto importanti: da esse dipendono in buona misura la
chiarezza dell’espressione, il suo essere alla portata del lettore
potenziale, l’efficacia dell’argomentazione (se si tratta di un
testo argomentativo). Insomma, il valore del testo stesso.
Tra gli elementi espressivi e strutturali in genere significativi
possiamo indicare:
-
il
registro linguistico utilizzato (alto, colloquiale. standard…);
-
il
ricorso più o meno intenso a sottocodici specifici;
-
l’adozione
di soluzioni rilevanti sul piano retorico;
-
la
sintassi, più o meno complessa;
-
l’ordine
degli argomenti.
Ad
esempio, nel testo di Sartre di cui sopra si può segnalare:
un
modo di esprimersi che tende a una comunicazione immediata,
ricorrendo anche ad espressioni colloquiali (cavarsela a buon
mercato; muti e quieti come sassi) e ad una
sintassi semplice e lineare, ma anche un efficace ricorso a
soluzioni retoriche, come espressioni enfatiche (non abbiamo che
questa vita da vivere, con questa guerra, questa rivoluzione, forse)
o interrogazioni retoriche. Soprattutto si osserva la frequenza
del ricorso a metafore (del tipo il populismo è un figlio di
vecchi, oppure ogni parola ha i suoi echi. Ogni silenzio
anche) che talvolta sfocia in formule icastiche
definitive (Si son lasciati rubare la vita dall'immortalità).
Non manca talora il ricorso al paradosso o all’ironia.
3.
INTERPRETAZIONE
I
rilievi di carattere tematico ed espressivo fatti nelle due fasi
precedenti andranno interpretati alla luce del contesto in cui il
testo è stato prodotto: sia il contesto biografico e intellettuale
dell’autore (la sua produzione complessiva, la sua esperienza e la
sua autorevolezza rispetto alla problematica trattata,
l’evoluzione del suo pensiero...), sia il contesto storico (il
sistema di valori etici e ideologici, il sistema linguistico e
formale, la cultura materiale, la rilevanza particolare di certi
problemi.. .). L’editoriale di Sartre che abbiamo preso ad esempio
non potrà essere compreso a fondo se non sarà collocato nel clima
dell’immediato dopoguerra, quando davvero era in gioco il futuro
della nazione e del mondo.
Il
rischio, in questo lavoro di contestualizzazione, è di mettere il
testo in disparte e privilegiare altre conoscenze (sull'argomento,
sull'autore). Ricordati che il testo deve sempre restare al centro
del tuo ragionamento.
3a.
valutazione
Tutto
il lavoro compiuto sinora dovrebbe infine tradursi in una
valutazione complessiva del testo. Anche in questo caso è utile
porsi alcuni domande.
Ci
sono nel modo di trattare la problematica elementi di originalità,
rispetto alla produzione contemporanea di tema analogo? Rispetto
agli obiettivi che l’autore si proponeva, il testo è efficace? Il
testo risulta interessante per noi lettori? Riesce a toccare le
corde della nostra sensibilità? E a persuaderci?
4.
CONCLUSIONE
Uno
svolgimento ordinato di queste diverse fasi del lavoro ti mette a
disposizione una quantità significativa di dati, osservazioni,
riflessioni.
Organizzare
poi tutto ciò in un testo unitario e coerente, organico e non
ripetitivo, richiede un momento di pianificazione che può anche
superare la distinzione in tre parti che abbiamo utilizzato per la
raccolta delle idee. L’obiettivo principale che dovresti presente
è quello di produrre un testo che, almeno tendenzialmente, non sia
so- lo espositivo (non si limiti, cioè, ad allineare una
serie di osservazioni che danno conto di come è fatto il testo che
stai analizzando), ma assuma il più possibile i caratteri di una argomentazione
(cioè dimostri il valore, i meriti, oppure i limiti del testo
stesso, ne proponga una interpretazione motivata, di contro ad altre
possibili interpretazioni, ecc.). |