3. LA RELAZIONE UMANA

Il Lager rappresenta il tentativo di realizzare una società modello, in cui l'uomo sia ridotto ad atomo obbediente, a macchina biologica, separata, isolata, privata delle sue caratteristiche di umanità, cioè di libertà e di relazione. Esso immagina e realizza una società di estranei, accomunati da una silenziosa obbedienza, e da un lavoro senza senso e senza scopo. Questo progetto sembra affermarsi totalmente nel Lager, ma non è così. Le testimonianze letterarie del campo ci mostrano infatti il valore straordinario di un gesto di generosità, di un atto di solidarietà senza interesse.

L'esperienza del campo ci mostra, cioè, quell'aspetto essenziale della vita umana che è la relazione fra gli esseri viventi, attraverso la parola o il gesto. Se da un lato c'è la volontà di cancellare ogni relazione umana e rendere così l'uomo una macchina servile, obbediente e produttiva, dall'altra c'è l'incancellabile desiderio umano di conservare una traccia, un filo, un rapporto, un bottone, una storia, che rappresentano il proprio fondamento di umanità, il proprio essere vivi, non essere ancora morti, la propria resistenza alla barbarie.

 

Primo Levi, Se questo è un uomo (1947)

 

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