Pergamena, supporto del libro medievale in Occidente

La pergamena, pelle animale trattata, è il supporto essenziale del libro fino al IX secolo nel Vicino Oriente, e durante tutto il Medioevo in Occidente. La sua fabbricazione viene messa a punto verso il II secolo a.C. a Pergamo, per sostituire il papiro, fino ad allora di monopolio dell'Egitto.

L’utilizzo della pergamena determina un cambiamento fondamentale nella storia del libro: il passaggio dal volumen al codex.

Questa materia solida, facile da piegare, scrivibile sui due lati, fornisce dei fogli che vengono riuniti in quaderni: il codex così formato contiene molto più testo rispetto ad un rotolo antico (volumen), poco a poco abbandonato. Questo cambiamento, che rivoluziona le abitudini di scrittura e di lettura, occupa parecchi secoli.

L'impulso viene dai cristiani: la Bibbia viene copiata su codice fin dal II secolo; ma i Romani e i Greci continuano a scrivere i loro conti, contratti e note diverse su delle tavolette di legno ricoperte di cera e leggono i testi letterari nei rotoli.

Il codice s’impone definitivamente nel IV secolo nell’Occidente latino e nel V secolo nell'Impero bizantino.

La forma del rotolo persiste nel Medioevo per dei brani liturgici o amministrativi, delle cronache o delle genealogie sottoforma di volumen o di rotulus a svolgimento verticale.

 

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Rotolo (volumen) 55 x 531 cm., Parigi, 1521

 

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Manoscritto (rotulus) 848 x 34 cm.
 Inghilterra, XV secolo


Luogo

 

Medio-Oriente, Oriente islamico, Occidente.

Nel II secolo a.C., la biblioteca di Pergamo rivaleggiava con quella di Alessandria. Secondo Plinio, la pergamena (da pergamena, "pelle di Pergamo") vi sarebbe stata inventata per sostituire il papiro, allorché Tolomeo Epifane ne proibì l'importazione verso questa città dell'Asia Minore (attuale Turchia).

La pelle conciata era già usata da tempo per diversi usi, tra cui la scrittura: si scriveva sul lato liscio del cuoio (la facciata esterna). La pergamena è probabilmente il risultato del lento miglioramento di una tecnica che abbandona a poco a poco la conciatura.


Date di utilizzo


A partire dal II secolo a.C. fino al XIX secolo

- nel mondo arabo, è sostituita dalla carta a partire dal IX secolo;

- in Occidente, a partire dal XVI secolo, è riservata ad usi particolari.


Forme

 

Codex
A partire dal I-II secolo d.C.

Volumen
Rotolo antico. Fino al IV-V secolo.

Rotulus
Rotolo medievale

Apparso a Roma all'inizio della nostra era, il codex sostituisce il volumen. Questo passaggio, fondamentale per l’evoluzione del libro e delle abitudini di lettura e di scrittura, si verifica lentamente. Con il rotolo, tenuto a due mani, il lettore  ha una visione panoramica su parecchie colonne del testo, la lettura si fa a voce alta e di continuo; con un codice, che si ha il piacere di sfogliare, di annotare, la lettura può diventare selettiva e silenziosa.

Scegliendo il codice, che consente di riunire più testi, per copiare la Bibbia, i cristiani svolgono, a partire dal II secolo, un ruolo decisivo in questa rivoluzione. Tuttavia il codice trionfa soltanto all'inizio del IV secolo nell'Occidente romano e nel V secolo nel mondo greco. Gli ebrei lo adottano soltanto verso l'VIII secolo, conservando il rotolo per la copiatura dei testi religiosi. La forma del rotolo rimane in uso durante tutto il Medioevo, ma viene riservata ad usi particolari.


Preparazione

 


fabbricante di pergamena

Si lascia temprare la pelle di montone, di capra o di vitello, in un bagno di calce, che consente poi di togliere facilmente, tramite raschiatura con un coltello, la lana o i peli. Solo il derma deve essere conservato: bisogna togliere l'epidermide e, dal lato della carne, lo strato di grasso. Si tende fortemente la pelle su telaio. La tensione modifica la struttura del derma, rendendo il lato della carne liscio tanto quanto il lato della pelle (il "fiore"). La pelle viene accuratamente scorticata con uno strumento metallico; può anche essere assottigliata dai due lati con un coltello e, una volta secca, pulita con  la pietra pomice e con la polvere di gesso se si vuole sbiancare il lato carne, naturalmente più giallastro, per conferire alle due facciate lo stesso aspetto.
La pergamena così ottenuta viene tagliata in fogli. Cuciti gli uni agli altri, si forma un rotolo; piegati e riuniti in quaderni cuciti insieme, si ha un codice.
Le pelli migliori sono quelle di animali giovani; la più pregiata, quella del vitello nato morto, ha dato origine al termine "velina", che indica più in generale le pergamene di qualità superiore.


Strumenti

 


gli strumenti del copista

Calami
Canne dall'estremità quadrata o appuntita, spesso tagliata.

Penne d'oca, temperino per smussarle (a partire dal XI secolo)

Raschietto

Regolo e stiletto o mina di piombo, per tracciare la rigatura

Corno da inchiostro, calamaio


Materia / grafia

La superficie perfettamente liscia della pergamena richiede uno strumento sottile. La penna (più frequentemente di oca) s’adatta perfettamente e consente ai copisti di sperimentare delle grafie successive, che fanno evolvere la scrittura.


Materia / forma

I fogli di pergamena, dal momento che si piegano facilmente e possono essere scritti sia sul verso sia sul recto, sostituiscono poco a poco le tavolette di legno della vita quotidiana e danno vita al codice; grazie alla leggerezza del suo materiale, quest'ultimo adotta varie forme e formati.

La forma del codice rende possibile una lettura selettiva, con un contraccolpo sull'organizzazione dei testi e sulla struttura della pagina.


Vantaggi

La materia prima si trova dappertutto. I vari paesi fabbricano la loro pergamena e non sono più dipendenti dall'Egitto.

Si tratta di un materiale solido.

Si può scrivere sui due lati.. Un codice contiene il testo di parecchi rotoli.

Si cancella facilmente. Si può raschiare, lavare o levigare un manoscritto per scriverci sopra un altro testo, chiamato allora "palinsesto".

Si conserva facilmente. I testi della civiltà greco-romana giunti fino a noi sono quelli che sono stati ricopiati dai rotoli di papiro sui codici in pergamena.


Svantaggi

Il costo di fabbricazione è elevato. La materia prima è cara: da una pelle di vitello o di montone si ricava un massimo di sedici fogli di piccolo formato. Un libro di medie dimensioni richiede una quindicina di pelli. Il lavoro del fabbricante di pergamene è lungo e quello del copista ancora di più: ci vogliono parecchi mesi per copiare un'opera, talvolta anche più di un anno.

 

Il termine latino codex deriva da caudex (ceppo, tronco di albero) e significa, per metonimia, "tavoletta per scrivere": l’etimologia conserva così la traccia di ciò che il passaggio dal volumen al codex, che si verifica lentamente tra il I secolo e la fine del IV, determinò allorché i Romani, che utilizzavano delle tavolette di legno ricoperte di cera per gli scritti della vita quotidiana, legarono insieme diverse tavolette (circa una decina) tramite un foglio o delle corregge di pergamena incollate sul bordo maggiore.

Il rotolo di papiro e poi di pergamena resistette a lungo a Roma come supporto nobile delle opere letterarie, ma si usavano le tavolette per risparmiare la pergamena, in diverse situazioni in cui ciò si rivelava più comodo: minute, note veloci, ecc…


Rotolo di Torah
in pergamena

Gli ebrei, dal canto loro, sono sempre rimasti fedeli al volumen per copiare e leggere il Pentateuco, o Torah; al contrario, a Roma soprattutto, i primi cristiani adottarono il codex fin dal II secolo per copiare i testi biblici, molto più facili da trasportare e da ordinare  sotto questa forma: è così che essi poterono riunire in un unico codice i quattro Vangeli canonici (Matteo, Marco, Luca, Giovanni) e le lettere di Paolo, che fino a quel momento si presentavano in rotoli separati.

Il codice si rivelò da subito più economico poiché si poteva scrivere sulle due facciate del foglio di pergamena: ancora nel VI secolo, Gregorio Magno, papa dal 590 al 604, sosteneva di aver fatto stare in sei codici un'opera che occupava trentacinque rotoli!

La lentezza di questa evoluzione si spiega in parte con i cambiamenti che dovettero operare i copisti nelle loro abitudini circa la loro posizione e le loro tecniche di scrittura dal momento che non dovevano più svolgere i loro rotoli. Per quanto lenta, l'evoluzione era irreversibile: nel V secolo, in tutta Europa, i testi religiosi e giuridici come pure le opere letterarie venivano copiate sul recto e sul verso su fogli di pergamena piegati e raccolti in quaderni.

Il codice, infatti, non soltanto conteneva più testi ma occupava anche molto meno spazio nelle biblioteche. Per il lettore, esso facilitava i ritorni all'indietro e procurava questo piacere tutto particolare di girare le pagine. Inoltre il codice consentì un'organizzazione razionale del testo: impaginazione, divisione in capitoli, indice degli argomenti, ecc. Diventò facile chiosare, pratica scolastica per antonomasia, e prendere note, mentre con il rotolo, che richiede di essere tenuto con due mani, era impossibile per la stessa persona leggere e al tempo stesso svolgere la pergamena.


un rotulus

Il Medioevo, però, non abbandonò del tutto la forma del rotolo: si vide infatti svilupparsi il rotulus, sul quale il testo non era più copiato parallelamente al lato maggiore della striscia di pergamena, ma perpendicolarmente: questa forma consentiva in particolare di tracciare delle liste, come attestato dai termini "arruolamento" (di soldati), "controllori" e anche "ruolo", visto che le opere teatrali erano spesso copiate su questo tipo di rotolo.

Più tardi, grazie agli stampatori, artefici di un'altra rivoluzione capitale nella storia della scrittura, il codice si appresta a diventare libro.