Gli elementi retorici del simbolismo

 

 

 

Il simbolismo non è una scuola o un movimento, ma una tendenza, una sensibilità, presente in vari sistemi letterari. I suoi caratteri principali sono i seguenti:

  • il linguaggio lirico, già rinnovato in età romantica, diventa linguaggio assoluto: non più trascrizione mimetica della realtà, non più espressione spontanea di sentimenti o di idee, ma corrispondenza simbolica di realtà, sentimenti, idee;

  • linguaggio poetico e linguaggio lirico tendono a coincidere a tal punto che entra in crisi il rapporto poesia-prosa: nasce la prosa-poesia (cfr. Baudelaire e Rimbaud) e la prosa poetica (una prosa che possiede la caratteristica principale della poesia, cioè la musicalità e il ritmo);

  • il poeta tende a costruire non tanto corrispondenze tra elementi tematici del testo e realtà naturale, quanto a cercare corrispondenze interne al testo, per cui il testo è esso stesso un simbolo, nella sua totalità (cfr. Correspondances di Baudelaire); il simbolo cioè tende a trasformarsi in allegoria (= metafora prolungata, mediante la quale una nozione astratta è raffigurata per mezzo di un’immagine) e ad avere, dell’allegoria, lo spessore narrativo e la monumentalità;

  • se il linguaggio lirico è, per sua natura, un linguaggio dell’io e del presente, quello della lirica simbolista diventa il linguaggio di un io assoluto e di un presente esistenziale. Il testo è costruito in funzione di un’evocazione attualizzante e non di una descrizione generica.

Fra la lirica romantica (o realista o impressionistica) e la lirica simbolista possiamo stabilire un sistema di contrapposizioni:

 

 

tempi verbali

articolo e sostantivo

particelle

scopo

lirica romantica

presente omnitemporale

definito; singolare e generico

definite

descrizione

lirica simbolista

presente esistenziale

indefinito; plurale e concreto

indefinite animate

evocazione

 

Il tempo della lirica simbolista è un presente concreto, circostanziato. Del verbo si preferisce (e si estende) la forma transitiva («il crepuscolo piove tristezza»); l’articolo indefinito è preferito perché (contrariamente alle apparenze) designa cose concrete e determinate che occupano un loro posto nello spazio e nel tempo; i sostantivi sono isolati e messi in rilievo nella loro concretezza, le cose sono tutte “poste in situazione” attraverso complementi di relazione; gli aggettivi qualificativi vengono sostantivati («da nubi nere» diventa «da un nero di nubi», dove il sostantivo «nubi» si fa etereo, mentre l’aggettivo «nero» diviene qualità quintessenziale); le particelle (preposizioni, congiunzioni, avverbi), che servono ad esprimere le relazione fra le cose e le idee, vengono tutte funzionalizzate e caricate di significato («La sfinge immobile alle sabbie», «la sera azzurra di silenzio», «l’ombra dove fugge l’odore»).

Tra le figure retoriche più care ai simbolisti è la sinestesia, che è il più evidente tra i procedimenti seguiti per sottolineare i rapporti di relazione e corrispondenza tra le cose, isolare i singoli elementi della rappresentazione, riorganizzarli nell’immaginazione e poi realizzarli nel testo.

Grande importanza riveste, nella poesia simbolista, la ricerca metrico-ritmica, che obbedisce alla generale tendenza ad accentuare nel linguaggio poetico l’elemento musicale (come dice P. Verlaine, la poesia deve tendere alla musica). Le possibilità metriche della tradizione vengono tutte esplorate e sfruttate sino alla trasgressione delle regole più rigide e meccaniche: si punta più sugli effetti fonici che su quelli visivi, ci si propone di scrivere più per l’orecchio che per l’occhio. Tutti i poeti simbolisti tendono ad istituire corrispondenze tra suono e senso, tra significante e significato (è il fonosimbolismo).