luzappy.eu 

>> HOME PAGE DI LUCIANO ZAPPELLA

   

GALILEO, Lettera copernicana alla Granduchessa di Toscana Cristina di Lorena

 

LA NECESSITA’ DI  “TRADURRE” IL LINGUAGGIO DELLE SCRITTURE:

  • Galileo affronta l’accusa dei suoi avversari, astronomi di scuola aristotelica e sacerdoti, che sostengono che la teoria eliocentrica sia eretica, in quanto nei testi sacri più volte si trovano testimonianze a favore della teoria aristotelico - tolemaica;

  • Risposta di Galileo: il contenuto della Bibbia è infallibile e vero, ma non bisogna prendere sempre alla lettera quello che dice poiché gli scrittori sacri hanno dovuto adattare il loro modo di scrivere al livello culturale del loro pubblico (“rozzo e indisciplinato”); bisogna osservare il senso profondo delle Scritture ;

  • È comprensibile ritenere che la Bibbia, affrontando argomenti di difficile comprensione, sia ricorsa ad un modo figurato di esprimersi;

  • Secondo l’opinione dello scienziato, non bisogna contestare i risultati ottenuti da un procedimento scientifico con il linguaggio comune e popolare della Scritture.

 

LA NATURA COME “ESSECUTRICE DEGLI ORDINI DI DIO”:

  • Nelle dispute scientifiche, è un errore affidarsi al testo della Bibbia e ragionare in base ad esso;

  • È necessario invece affidarsi ad un metodo scientifico basato su osservazioni e dimostrazioni matematiche;

  • Sia la Bibbia che la natura derivano da Dio, ma mentre la prima ha dovuto adattare il proprio linguaggio alla capacità di comprensione umana, la natura è razionale, matematica, non si preoccupa se le sue leggi siano capite o meno dagli uomini, esegue semplicemente gli ordini e la volontà di Dio.

 

COME “VADIA IL CIELO” E COME “SI VADIA AL CIELO”:

  • Attraverso le Sacre Scritture lo Spirito Santo non ha voluto insegnarci verità di ordine naturale, ma solo di carattere religioso (dunque religione e scienza sono due ambiti separati e distinti: la Bibbia insegna come “si vadia al cielo” e non come “vadia il cielo”);

  • La superiorità delle Scritture è riservata solo a ciò che riguarda la salvezza dell’anima. Di conseguenza i religiosi non possono dichiarare eretiche o salvifiche determinate teorie astronomiche, in quanto non è il loro ambito di competenza.