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1. Che cos'è e che cosa studia la storia

 

 

Prima e dopo la scrittura

La storia è la disciplina che studia e cerca di ricostruire le vicende dell'umanità. Se la si intende in senso ampio, si può parlare di storia anche per le epoche precedenti la compar­sa dell'uomo: avremo allora una storia della vita sulla Terra e, per tempi ancora più remo­ti, una storia dell'uni­verso. In un significato più ristretto la storia si occupa delle epoche per le quali possedia­mo, oltre ad altre fonti di informazione, anche documenti scritti. Per tutte le fasi precedenti si parla invece di preistoria.

La distinzione tra storia e preistoria è relativa e non si può indicare una data precisa che segni il passaggio dall'una all'altra. In primo luogo, infatti, l'invenzione o l'adozione della scrittura non si sono verificate contempora­neamente presso tutte le popolazioni umane: mentre in alcune zone del Vicino Oriente essa cominciò a essere utilizzata sin dalla fine del IV millennio a.C., in molte altre regioni si diffuse in epoche assai più recenti e ancora oggi certi gruppi umani non ne conoscono l'uso.

In secondo luogo, il fatto che noi non posse­diamo documenti scritti di alcune civiltà anti­che non significa necessariamente che esse non ne abbiano prodotti, in quanto tali documenti potrebbero essere andati distrutti nel corso del tempo. Infine, anche nel caso in cui popoli antichi abbiano lasciato testimonianze scritte, a volte non siamo in grado di leggerle e com­prenderle: le vicende di quei popoli restano quindi per noi parte della preistoria.

 

Fatti e soggetti della storia

Compito dello storico è quello di ricostrui­re i fatti. Ma che cos'è un fatto storico? Per molto tempo la storiografia ha considerato rilevanti solo i fatti militari, politici, dinastici e diploma­tici: guerre, trattati di pace, alleanze tra sovrani, matri­moni e discendenze delle ca­se regnanti. La convinzione diffusa era che soggetti della storia fossero i grandi statisti e condottieri come Alessandro Magno, Augusto, Carlo Magno, Napoleone.

Oggi prevale una visione più complessa e proble­matica della storia. Alla storia diacronica (dal greco dià e krónos, "che attraversa il tempo"), intesa come successione di eventi, si affianca l'idea di una storia sincronica (dal greco syn e krónos, "che avviene contemporaneamente"), attenta a ricostruire un periodo storico nella molteplicità delle relazioni interne, nei suoi aspetti sociali, economici, culturali, legati al­la evoluzione delle tecniche e della mentalità. Oggetto della ricerca storica possono dunque diventare le credenze collettive, la vita privata, i rapporti tra padri e figli, il clima, l'ambiente geografico, il cibo, le tecniche agricole. Nuovi fatti vengono individuati come fondamentali nella storia: per esempio, non più solo una bat­taglia, ma l'introduzione di una tecnica inno­vativa o la diffusione di una nuova concezione religiosa. Soggetti per secoli esclusi dalla storia ufficiale, quali donne, bambini, gruppi religiosi ed etnici minoritari, diventano protagonisti del­la ricerca storica.

In questa prospettiva, che spesso necessita del­l'apporto di più discipline differenti, l'oggetto della ricerca e la stessa scelta dei fatti ritenuti rilevanti dipendono dalla domanda e dall'inte­resse specifico dello storico.

 

Tante "storie"

Non c'è un solo modo di intendere la sto­ria. Esiste una storia politica, che si occupa degli eventi politico-istituzionali, privilegiata dagli storici antichi e moderni in forma pres­soché esclusiva fino alla fine dell'Ottocento e spesso connessa con la storia diplomatica (re­lativa ai rapporti tra gli Stati) e militare. Ma esistono anche la storia economica, che si in­centra sulla produzione e la distribuzione della ricchezza, viste come uno dei motori principali dell'azione umana; la storia sociale, interessata a ricostruire la vita dei gruppi sociali e i loro reciproci rapporti nelle diverse epoche; la sto­ria della mentalità, che delinea sistemi di cre­denze e rappresentazioni collettive della vita e della società; la storia della cultura materiale, che presta attenzione alle condizioni fisiche della vita quotidiana (alimentazione, alloggio, riscaldamento, trasporti, malattie, illuminazio­ne... ); la storia culturale, orientata alla ricerca sui metodi, le modalità, gli strumenti dell'ela­borazione e della trasmissione della cultura; la storia climatica, che sottolinea l'importanza e l'influenza del clima sulle vicende umane; la storia della tecnica, ossia degli strumenti che gli uomini hanno costruito nel tempo e che hanno cambiato il loro modo di vivere; la storia dello spazio, che studia il rapporto tra ambiente geografico e civiltà; e ancora altre più o meno ampie specializzazioni della ricerca storica (storia delle sensibilità, della cultura popolare, dell'industria ecc.).

La pluralità dei punti di vista con i quali si può impostare l'indagine storica si spiega con il fatto che nessuna ricostruzione storica è esauriente: lo storico seleziona i fatti che ritie­ne più significativi per rispondere alla domanda da cui è mossa la propria ricerca. Spesso questa domanda rivolta al passato muove dal bisogno di spiegare, chiarire, approfondire un tema che suscita un interesse nel presente: la condizione della donna, i fenomeni di massa, la sensibilità religiosa, il razzismo, il rapporto con i bambini, la cultura popolare, il rapporto tra intellettuali e potere politico, ecc.

 
 

 
© luciano zappella