La Mesopotamia culla della scrittura |
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I più antichi segni di scrittura sono stati ritrovati essenzialmente a Uruk (odierna Warka, in Irak), antica capitale del paese di Sumer; la loro datazione è 3300 a.C.. La comparsa della scrittura coincide con lo sviluppo delle città, in società in cambiamento in cui si sta diffondendo l'invenzione della ruota e la tecnica rame modellato e che già possiedono un repertorio di segni e di simboli nelle loro arti plastiche. Da una parte all'altra del Tigri coesistevano due regioni:
La scrittura nasce soprattutto dalla necessità di conservare traccia degli scambi commerciali. Sono i Sumeri a finalizzare il sistema, mentre gli Elamiti non vanno oltre i propri pittogrammi e adottano più tardi il modello sumero per indicare la loro lingua. Dai calculi alla scrittura Per registrare le loro operazioni contabili, Elamiti e Sumeri usavano un sistema di gettoni d'argilla (calculi), di foggia e di forma diversa a seconda del valore convenuto e che spesso recavano indicazioni di numero sottoforma di tratti incisi. Questi gettoni venivano fatti scivolare in una sfera di argilla cava sulla quale veniva apposto un sigillo cilindrico che identificava il proprietario. Verso il 3300 a.C., a fianco del sigillo, si appone un riassunto del suo contenuto. I gettoni numerici diventano allora inutili, le sfere si appiattiscono, si trasformano in tavolette e appaiono le prime cifre: sono soltanto delle tacche più o meno fini, più o meno grandi a seconda del valore attribuito, delle impronte in forma di cono o di cerchio. sfera di argilla e calculi (Susa, verso 3330 a.C.; Museo del Louvre) Appare allora una scrittura vera e propria, la quale continua a perfezionarsi e trascrive sempre più la lingua sumera per poi adattarsi a lingue straniere (semitiche, come l'accadico, indoeuropee come l'ittita, caucasiche come l'urrita, ecc.). Dei semplici disegni che rappresentano schematicamente le mercanzie o degli oggetti di scambio, i primi pittogrammi non hanno altro che una funzione di «segno-immagine». Questi pittogrammi vengono associati l'uno all'altro per esprimere un'azione o un'idea, per esempio l'associazione tra quello dell'uccello e quello dell'uovo per scrivere la parola «fecondità»: si tratta quindi di un ideogramma o «segno-idea». pittogramma di una capra uccello + uovo = fecondità Verso il 3000 a.C., pittogrammi o ideogrammi vengono usati anche per il loro valore fonetico, un segno che corrisponde a una sillaba o «segno-suono»; in questo modo la scrittura viene posta in concordanza con la lingua. I segni cominciano a piegarsi di novanta gradi verso sinistra e il grafismo cambia le linee curva, difficile da tracciare sull'argilla molle, vengono scomposte in linee diritte che lo scriba non incide più, ma imprime grazia ad un calamo, un bastoncino dalla punta triangolare che lascia delle impronte a forma di cuneo: si tratta della grafia cuneiforme, nata a Sumer. evoluzione del segno cuneiforme che rappresenta un uomo Così, perfezionandosi senza sosta, la scrittura trascrive la lingua sumerica: evolvendosi da «segno-immagine» a «segno-suono» e diventando cuneiforme, essa, da notazione pro-memoria, diventa registrazione di contratti, documenti economici, amministrativi, religiosi, come pure testi letterari e poetici, come la famosa epopea di Gilgamesh. Da allora, a partire dalla Mesopotamia, il cuneiforme si espanderà, a partire dal II millennio, in tutto il Vicino Oriente, dal golfo arabo-persico al Mediterraneo, dall'Iran al Caucaso, fino all'Asia Minore e alla Palestina.
Abbecedario di Ugarit Tavoletta in scrittura cuneiforme alfabetica di Ugarit (XIII sec. a.C.; Museo del Louvre) |