I Greci e la scrittura

1. Le origini della scrittura greca  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Versione greca dell'Almagesto di Tolomeo
Pergamena, IX secolo.
Paris, BnF, Dép. des Manuscrits,, Grec

Gli Elleni, provenendo da Nord, si sono installati nel Sud della penisola balcanica, nelle isole e sulla costa del mare Egeo, all'inizio del I millennio a.C., imponendo poco a poco la loro lingua indoeuropea. Essi ripresero dai Fenici la loro scrittura.

Sembra che, fin dalla costituzione della  loro scrittura, i Greci abbiamo moltiplicato le iscrizioni su pietra: si tratta di una civiltà che si edifica e si struttura, le sue città hanno bisogno di affiggere i loro decreti. I documenti di quest'epoca redatti su supporti deperibili non ci sono giunti, ma si sa che i Greci utilizzavano l'inchiostro su delle conchiglie o su dei vasi, su cui scrivevano con l'ausilio di uno stilo su tavolette rivestite di un fine strato di cera.

Per lungo tempo, la diffusione delle opere letterarie è avvenuta oralmente, tramite narratori e numerose rappresentazioni teatrali. Lo scritto - si pensa - comincia ad accompagnare questa tradizione orale verso il V secolo a.C., svolgendo un ruolo fondamentale al momento dell'elaborazione di un pensiero filosofico e di un ragionamento scientifico.

L'adattamento dell'alfabeto fenicio all'uso greco è proceduto a tentoni e ha richiesto quasi 500 anni per sfociare nell'alfabeto greco così come noi lo conosciamo oggi.

2. L'invenzione delle vocali: nascita e sviluppo dell'alfabeto greco

Il progresso intellettuale della scrittura fenicia in rapporto ai sistemi cuneiforme e geroglifico consiste nel fatto che si tratta di una scrittura integralmente fonetica; essa non utilizza più - come facevano le scritture precedenti per rimediare alle ambiguità della loro grafia - dei complementi di senso o degli indicatori grammaticali. Ogni segno rappresenta una consonante precisa e una sola. La seconda tappa, per giungere ad un sistema che indica tutti i suoni della lingua, viene percorsa dai Greci, i quali  inventano le vocali.

Se le vocali non esistono nella scrittura fenicia, è forse perché la loro rappresentazione non è necessaria alla comprensione del testo. Le radici semitiche sono generalmente composte da tre consonanti e le consonanti stesse sono molto numerose - cosa che offre molte possibilità di combinazioni diverse. Non ci sono quasi omofoni e quindi  pochi rischi di errori nella lettura. nella lingua greca, come in tutte le lingue indoeuropee, il ruolo delle vocali è essenziale. I Greci hanno conservate le consonanti fenicie che potevano corrispondere alla loro lingua e, per trascrivere la prima delle loro vocali alpha, ripresero dal fenicio una consonante che restava inutilizzata conferendole un altro valore fonetico. Cos' nacquero:

- la vocale alpha, ripresa dalla cons. aleph dell'alfabeto semitico, che indicava la testa di bue;
- poi le vocali epsilon, omikron, ypsilon

- le vocali iota e omega,
- le consonanti phi, khi, psi.

All'inizio, i segni si scrivevano da destra a sinistra, poi il senso della scrittura fu invertito da sinistra a destra, passando attraverso la mediazione del bustrophédon (cioè si scriveva una riga in un senso e la successiva nell'altro, come il bue che compie un tragitto simile mentre ara il campo).

L'uso dell'alfabeto greco è attestato da iscrizioni risalenti alla seconda metà del VIII secolo a.C., ma il carattere risultante da queste iscrizioni lascia pensare che l'adattamento del fenicio alla lingua greca potrebbe essere molto anteriore e risalirebbe piuttosto al X secolo. La scrittura greca continua ad evolversi fino al V secolo e fissa il suo senso di lettura da sinistra a destra..

L'alfabeto greco servirà da modello per altri paesi di lingua indoeuropea. La sua propagazione segue l'espansione  del cristianesimo. Ripreso dagli Egizi verso il III secolo a.C. per indicare l'ultimo stadio della loro lingua, esso dà vita alla scrittura copta. Nel IV secolo d.C., Wulfila, vescovo originario della Cappadocia, convertì i Goti e tradusse la Bibbia mettendo a punto, a partire dalle lettere greche, l'alfabeto gotico. Gli Armeni e i Georgiani, diventati cristiani, crearono all'inizio del V secolo, il loro alfabeto, modellato su quello greco, per trascrivere nella loro lingua i testi sacri, scritti fino a quel momento in greco e in siriaco. La tradizione attribuisce a un sant'uomo di nome Mesrop l'invenzione dei due alfabeti.

Nel  IX secolo, i monaci Cirillo e Metodio evangelizzano gli Slavi e due scritture appaiono nei testi liturgici: il glagolitico, di cui alcuni caratteri complementari del greco proverrebbero dall'ebraico, e il cirillico, che deriverebbe dal glagolitico. A partire dal XIII secolo, gli ortodossi slavi utilizzeranno solo il cirillico.