POESIA E FILOSOFIA IN GIACOMO LEOPARDI

 

Forse soltanto i grandi negatori sono i grandi innamorati della vita;

forse soltanto loro sanno cogliere la trafiggente bellezza del caduco, il fascino ultimo di ciò che è nato per svanire

 

1. LA FILOSOFIA DI LEOPARDI

Caratteristica peculiare di Leopardi è di essere stato filosofo e poeta insieme, cioè filosofo in quanto poeta e poeta in quanto filosofo. Le origini di questa filosofia sono da rintracciare nelle complesse vicende della sua esistenza, come mostra E. Gioanola.

a. Leopardi e la modernità.

Anticipando Shopenhauer e Nietzsche, il pensiero di Leopardi sfocia in un esito nichilistico tipicamente moderno (cfr. le riflessioni di M. A. Rigoni).

b. Leopardi e Schopenhauer: dolore, piacere, noia.

Colte già da Francesco De Sanctis (cfr. il dialogo Leopardi e Schopenhauer del 1858), le affinità tra Leopardi e Schopenhauer (1788-1860), più che l'orizzonte teoretico, riguardano la consonanza tra alcuni temi, quali la felicità, il piacere e il dolore, la vanitas, il sapere della morte, la noia, il nulla (vedi qui).

c. Leopardi e la Bibbia (vedi qui): echi di Qohelet.

Lettore appassionato della Bibbia e amante della lingua ebraica, Leopardi individua nel filone sapienziale (Giobbe e Qohelet in modo particolare) delle sorprendenti consonanze con il suo pensiero. E' soprattutto il libro di Qohelet a fornirgli gli spunti più interessanti (cfr. Leopardi e Qohelet).

 

2. LA POESIA DI LEOPARDI

a. La riflessione poetica

Prima di analizzare il percorso poetico di Leopardi, è opportuno chiarire la sua posizione nei confronti del Romanticismo.

 b. Le fasi della poesia

Per le varie fasi della poesia leopardiana si rimanda al libro di testo da integrare con le considerazioni di N. Bonifazi. Il percorso filosofico e poetico di Leopardi è riassunto in questo schema.

 

Per ulteriori approfondimenti vedi Leopardi on web.